Anche un blogger in erba (si intende ovviamente stra-fatto…) lo sa: scrivere un post è poco più di un terzo del lavoro di pubblicazione. Vista l’importanza dell’argomento per chi sta iniziando questa bellissima e affascinante attività di condivisione del proprio pensiero, cercherò di essere serio e schematico. Promesso!
Alla scrittura segue tutta una fase di editing per depurare l’articolo da refusi ed errori e per renderlo appetibile al lettore. Ma soprattutto vi è una fase, la più importante, di condivisione sui social network. Questa non può essere lasciata al caso o effettuata “in massa” dopo la pubblicazione.
Chi ha un blog, spesso sviluppato con WordPress (ormai il 30% dei blog e dei siti sono sviluppati con questa piattaforma), utilizza tutta una serie di plugin per facilitare il lavoro di condivisione e migliorare l’aspetto estetico dei singoli articoli. Questi sono utilissimi nel momento in cui a condividere ed interagire è il lettore. Ma nel momento della pubblicazione da parte dell’autore l’automatismo cessa la sua funzionalità. Perché?
Il motivo è semplice. Ogni social network è studiato per stimolare l’interazione in base a precisi algoritmi, diversi per ognuno di essi. Inoltre per ognuno di questi canali è importantissimo il giorno e l’orario di pubblicazione, che risultano assai diversificati. Anche tools come hootsuite per la gestione dei social non permettono un’ottimizzazione completa di tutti questi fattori, senza considerare che hanno anche un costo non indifferente.
Pertanto, soprattutto per chi gestisce il proprio blog su una base quasi esclusiva di personal branding, è importante crearsi un piccolo palinsesto dedicato, all’interno del piano di lavoro settimanale.
Semplificando ed esemplificando, senza entrare troppo nel dettaglio, possiamo elencare i criteri di massima che garantiscono il miglior engagement del proprio articolo in base al social media di riferimento:
Facebook -> immagini accompagnate da un testo che spinga al commento e link a parte (il giovedì e il venerdì tra le 13:00 e le 15:00 e dalle 21:00 alle 23:00);
Twitter -> titolo con uno due hashtag, immagine e link accorciato a parte (tutti i giorni, alle 12:00, alle 17:00 e alle 18:00, avendo cura di monitorare le interazioni);
Pinterest -> immagine con descrizione e link (il venerdì e il sabato dalle 20:00 alle 23:00);
Google+ -> un breve testo, con keyword in grassetto, e link nell’apposita sezione (dal lunedì al venerdì, dalle 9:00 alle 11:00);
Linkedin -> testo con link con sharing pubblico e su gruppi dedicati con titolo ad hoc (dal martedì al giovedì, dalle 7:00 alle 8:00 e dalle 17:00 alle 18:00).
Essendo il risultato di un’analisi statistica facilmente riscontrabile attraverso una semplice ricerca su Google, si tratta ovviamente di una generalizzazione con un ampio ventaglio di variabilità; eccezioni basate sulla tipologia dell’argomento trattato e del pubblico che si intende raggiungere. Consiglio quindi di sperimentare anche altre dinamiche e fasce orarie, prendendo nota dei migliori risultati raggiunti.
Una volta, però, trovato ciò che per voi rappresenta l’optimum, congelate il processo di condivisione secondo quello schema perché il pubblico si auto-educa: attende più o meno consciamente i contenuti secondo quella precisa scaletta temporale, e anche i social media li riproporranno a quelle persone con le quali avete instaurato un rapporto di “fiducia” derivante dalle interazioni. Loro rappresenteranno sempre lo zoccolo duro dal quale partiranno le nuove condivisioni e dal quale si potrà ampliare l’audience con il “passaparola”.
Vi rimando infine a questa bella infografica (programmazione social media) per fissare le idee ed ad un piccolo ma utilissimo tool utile soprattutto per integrare due social media contemporaneamente: IFTTT
Pingback: Chi lavora sul WEB alimenta il proprio EGO - Vivere Social
Pingback: Perché condividere i contenuti di altri sui Social?
Pingback: Sanremo e Carlo Conti: strategia di marketing vincente? - Vivere Social