Vuoi lavorare nel web marketing ma non sai come partire. D’altro canto, il settore è stimolante ma altamente competitivo e corre veloce. Non vorresti perdere il treno. Quindi, come si può iniziare senza troppe ansie in modo organizzato?
Il 2016 è stato del boom delle startup. Nei primi tre mesi dell’anno sono stati investiti più di 80 milioni di euro, il triplo rispetto allo stesso periodo del 2015. Ciò che riguarda il web ne è solo una piccola fetta. I numeri sono in crescita, non c’è che dire. Ma a parte l’idea, che può essere più o meno vincente e questo lo si scopre solo lavorando e buttandosi nella mischia, come si può iniziare a gestire l’attività?
Indice
Non è tutta una startup!
In economia con il termine startup si identifica “una nuova impresa nelle forme di un’organizzazione temporanea o una società di capitali in cerca di un business model ripetibile e scalabile”. Il termine è stato esteso nel suo significato e, ad oggi, tutto ciò che punta ad un nuovo servizio, un nuovo prodotto o un nuovo approccio al Mercato può essere definito startup.
Sulla base della mia esperienza, se si ha un forte impulso in questa direzione e anche se le idee non sono chiare e cristalline da subito, la cosa migliore è comunque lanciarsi senza perdere di vista tutto ciò che è formazione e informazione nel tuo ambito. Bisogna essere delle spugne senzienti, che assorbono e rielaborano.
Nel mio passaggio da attività dipendente come business development manager (il digitale era un “di cui”) ad attività in proprio, in men che non si dica mi sono scontrato con il problema della forma con la quale partire. Conscio del fatto che senza cooperazione non si va da nessuna parte, poiché molteplici e sempre diverse sono le esigenze di un cliente che vuole un pacchetto di servizi web, mi sono chiesto se avesse senso aprire una società subito.
Dopo varie considerazioni la risposta è stata NO. Con questo non voglio dire che per tutti sia così, ma nel mio caso avevo la necessità di prendere le misure, di “sperimentare” i miei nuovi compagni di viaggio. E ciò valeva anche per loro nei miei confronti. Ognuno con le sue competenze, ma con degli ambiti di sovrapposizione.
La situazione è piuttosto comune
Ci si mette a tavolino, si imbastisce un business plan ed un flusso di lavoro. Da qui ne consegue chi fa che cosa e come il tutto viene valorizzato.
Abbiamo scelto di partire come uno studio associato di tre professionisti con altrettante partite IVA, ma con un brand comune. Questo è stata un compromesso efficace, perché ha reso la struttura snella e ha permesso di correggere il tiro in corso d’opera, in modo semplice e naturale con l’esperienza dei lavori eseguiti, allineandoci e facendo davvero gruppo. Abbiamo costruito il percorso per arrivare a ciò che è oggi WebCreAttivo.
Il flusso di lavoro nei singoli progetti affrontati si è affinato, arrivando allo schema che condivido di seguito. Ovviamente le varie figure possono essere, a seconda dei casi, distinte o raggruppate in un’unica persona ma la sostanza dello schema non cambia. Non farti spaventare dalle frecce: è più semplice di quanto sembri e te lo spiego.
La trattativa commerciale
Chi si occupa della parte prettamente commerciale, ha ovviamente il contatto iniziale con il cliente, ne comprende le esigenze e le studia insieme a lui. Verificato il reale interesse, si arriva ad un punto in cui è necessario un approfondimento tecnico. Qui entrano in gioco sia la parte marketing/comunicazione web (che si occupa anche della visibilità del brand comune online), sia la sezione web design e programmazione.
Il grado di coinvolgimento è differente e dipende dalle richieste e dalle necessità. Le linee tratteggiate in figura indicano proprio un’attività di supporto nella fase di riferimento, mentre la responsabilità rimane in capo all’area indicata con la linea continua.
Se tutto va bene e si arriva alla firma del contratto (stanne certo: non uscirai vincitore da tutte le trattative!), questo deve prevedere un anticipo necessario per coprire le spese iniziali e per responsabilizzare tutte le parti in gioco. Insomma, anche il cliente deve sapere che sei un professionista e che il tuo tempo va remunerato da subito.
Le suddivisioni percentuali che vedi rappresentano anche un riferimento temporale di spartizione delle competenze economiche. Ovviamente prendile come meramente indicative. Per te possono essere completamente diverse. Lo schema va considerato semplicemente come un format di caso reale. Se ti vuoi sbizzarrire, puoi scaricare il powerpoint originale e fare le tue modifiche.
Quando il lavoro inizia e prende corpo
Ad un certo punto, la parte commerciale cede il posto e le responsabilità dirette a chi operativamente agisce sul progetto. Di conseguenza, sia le percentuali che gli step temporali di pagamento devono tenere conto di questa nuova suddivisione dei carichi di lavoro.
Ho volutamente diviso la parte operativa dalla gestione della comunicazione diretta con il cliente. Questo perché spesso si sottovaluta l’importanza di una corretta gestione dei rapporti esterni, che non può prescindere dalla sintonia che si viene a creare tra le persone. E’ quindi importante che il punto di riferimento per l’una e l’altra parte sia il più possibile lo stesso, ovvero colui che mette più a suo agio la controparte.
Una buona gestione della comunicazione unita ad un prodotto o servizio di qualità sono le uniche e vere armi per rendere un cliente contento e fidelizzato. E’ sicuramente una banalità, ma all’atto pratico spesso lo si dimentica: è molto meglio avere una solida base di clienti ricorrenti che doverne cercare e inseguire sempre di nuovi.
Un consiglio su come ragionare per le singole percentuali del team?
Il metodo è il più vecchio che esista. In questo schema le percentuali sono nate da valutazioni e sono evolute con l’esperienza sul campo. E’ cruciale che, a preventivo, vengano accuratamente valutate le ore che si ipotizza di impiegare per svolgere le singole attività, considerando anche l’impegno profuso a livello commerciale. Fatto cento il monte ore totale, le ore di ciascun componente del team ne rappresentano una frazione.
Non siamo in un mondo ideale, il concetto è implicito nell’attività imprenditoriale. I budget ogni tanto si sforeranno, non tutto è prevedibile, compreso un cliente particolarmente “ostico”. L’importante è fare tesoro delle proprie esperienze ed applicare i fattori correttivi sia a livello gestionale, quindi di flusso generale standardizzato, sia rendendosi smaliziati e cercando di capire con le domande giuste che tipo di cliente si ha davanti di volta in volta.
Quando i meccanismi saranno rodati, i flussi di lavoro e le entrate cominceranno a stabilizzarsi. Allora probabilmente sarai pronto per lo step successivo, la tua azienda.
Sei già in pista? Bene, allora come hai iniziato o vorresti iniziare la tua attività sul web?
Seguimi anche su Facebook e Instagram…e se pensi che questo articolo possa essere utile, condivi pure che non mi offendo!
(Ottobre 2016 – aggiornato il 18/03/2017)