Il consumo di calorie del nuoto

Il consumo di calorie del nuoto

Il consumo di calorie del nuoto non è facile da calcolare

Nel nuoto il corpo è sospeso dalla forza di Archimede, in quanto è una massa immersa in un fluido. Il modello di prestazione del nuoto è simile, sotto questo aspetto, a quello del ciclismo, con la differenza che la resistenza che il nuotatore deve vincere è quella dell’acqua, che varia in modo diverso rispetto a quella dell’aria. Inoltre il nuotatore spende una buona parte delle calorie impiegate per galleggiare visto che un certo affondamento c’è a prescindere dalla spinta di Archimede.

Altra caratteristica peculiare del nuoto è la tecnica: gli atleti esperti spendono solo una piccola frazione dell’energia per galleggiare, mentre la maggior parte dello sforzo è sfruttato per l’avanzamento; i nuotatori dotati di una tecnica scadente “sprecano” una buona parte delle calorie per il galleggiamento.

nuotoStudi effettuati su atleti di elite dimostrano che il consumo di calorie nello stile libero, nel dorso e nella farfalla aumenta esponenzialmente all’aumentare della velocità, mentre nella rana, lo stile più dispendioso, aumenta linearmente. La farfalla è uno stile economico alle basse velocità, mentre diventa estremamente dispendioso alle alte, tuttavia, la maggior parte dei nuotatori non agonisti non possiede uno stile sufficientemente economico, dunque questo dato vale solo per gli atleti dotati di un’ottima tecnica.

Nello stile libero i nuotatori di elite consumano appena 170 calorie per km (40 vasche da 25 m) ad una velocità di 1 m/s (3,6 km all’ora) che salgono a 200 calorie per km a velocità di 1,5 m/s (5,4 km/h). Questi dati, tuttavia, non valgono per tutti, perché nel nuoto la tecnica influisce tantissimo sull’efficienza della nuotata e quindi sul consumo calorico. Considerando che un nuotatore medio ha una tecnica decisamente più scarsa a quella di un nuotatore di elite, possiamo considerare un consumo calorico medio pari a 200 calorie al km per una andatura abbastanza sostenuta, compresa tra la soglia aerobica e quella anaerobica (la velocità che l’atleta è in grado di mantenere per un’ora al massimo delle sue capacità). Questo significa che un nuotatore nella media, ben allenato, che percorre 3 km in un’ora consuma circa 600 calorie, un dato verosimile e sensibilmente inferiore a quello che lo stesso atleta, con lo stesso grado di allenamento, potrebbe consumare nella corsa.

Negli altri stili il consumo aumenta rispetto allo stile libero, del 10-15% nella farfalla e nel dorso, e del 50% nella rana. In un allenamento misto, dove si percorre il 60% della distanza a stile libero e il resto del percorso negli altri stili o in esercizi di tecnica o di gambe, il consumo calorico può essere stimato in 250 kcal per km.

Le donne, grazie alla maggior % di grasso corporeo e alla sua distribuzione, hanno un galleggiamento migliore e quindi consumano meno energia per il galleggiamento e per la nuotata in generale: il consumo calorico di una nuotatrice può essere inferiore fino al 30% rispetto a quello di un uomo.

Dunque, le donne dovrebbero utilizzare un valore medio di 200 kcal per km per valutare le calorie spese in un allenamento misto.

Facendo il solito confronto con la corsa, possiamo affermare che:

un’ora di corsa equivale mediamente a 1h 30′ di allenamento in piscina per gli uomini, che sale a 1’45” per le donne.

 

[Fonte parziale: Cibo360.it]

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