La strategia di Whatsapp: tolti gli 89 cent all’anno

La strategia di Whatsapp: tolti gli 89 cent all’anno

 

La notizia è ufficiale: Whatsapp torna gratis per sempre

Non si tratta dei soliti rumors o di messaggi altisonanti da confermare a data da stabilirsi. Whatsapp torna gratis.

Ad annunciarlo è stato il fondatore dell’app di messaggistica istantanea più famosa al mondo, Jan Koum. Il tutto è stato confermato anche nel blog dell’azienda. E proprio Koum, parlando alla DLD Conference di Monaco, ha detto che dal 2016 non sarà più richiesto il contributo annuale (una tantum per gli utenti IOS) per accedere al servizio.

La strategia ufficiale risiede nella volontà di espandere ulteriormente il servizio e diffonderlo anche nei paesi in cui l’applicazione ha preso meno piede (Whatsapp vanta più di 900 milioni di utenti attivi tutti i mesi). In quest’ottica, il costo, seppur esiguo, poteva risultare un ostacolo ad un ulteriore espansione.

In realtà, anche per i non addetti ai lavori (social media manager e digital marketer) c’è da chiedersi quale sia la vera intenzione del signor Zuckenberg, che non si muove mai a caso. Si sa, Facebook ha comprato Whatsapp nel 2014 e l’ha sempre ufficialmente tenuto separato da Facebook. La separazione è stata solo di facciata in realtà. A bene vedere, i due sistemi hanno sempre comunicato benissimo tra di loro.

Whatsapp per raccogliere dati utenteLa mole di dati cui Facebook ha accesso tramite Whatsapp è enorme. Leggendo le nostre conversazioni, il colosso californiano (la sede è a Menlo Park) ha potuto profilare perfettamente gli utenti, offrendo così esperienze personalizzate sulla sezione notizie di ogni iscritto di Facebook. Basti pensare al suggerimento di “nuovi amici”: apparentemente sconosciuti ma che in realtà non solo possono essere il risultato di amicizie in comune ma derivare anche dall’analisi di interessi e discussioni simili su whatsapp con amici in comune. La stessa cosa vale per la visualizzazione dei post nella nostra news feed o timeline; e ancor di più per le inserzioni sponsorizzate, che ci vengono mostrate non solo sulla base dei nostri interessi ed interazioni su facebook, ma anche dall’attivazione di ben precise parole chiave nelle nostre chiacchiere su whatsapp.

Ovviamente tutti questi algoritmi non sono noti nei loro dettagli e mai lo saranno. Ma di fatto si sa che il confine della privacy è aggirato nel momento stesso in cui decidiamo di usare queste applicazioni, quindi siamo noi stessi ad accettare un’esperienza “personalizzata” sui social.

Per carità, la cosa può avere numerosi vantaggi perché le ricerche vengono molto spesso facilitate ed abbiamo un’esperienza personalizzata sui nostri interessi. Ma il confine con il “Grande Fratello” è sempre più labile.

Sulle strategie ufficiali, siamo comunque ancora alle congetture. Per ora è ancora un mistero. La promessa ufficiale è che non arriverà la pubblicità sulla piattaforma di Whatsapp, il resto è da vedere…

Comunque sia, i vantaggi di renderlo gratuito e favorirne un’ulteriore diffusione sono già evidenti. I nostri dati valgono molto di più di qualche centesimo.

Vuoi rimanere informato sui nostri aggiornamenti?

[grwebform url=”https://app.getresponse.com/view_webform.js?u=VeAs&wid=12968805″ css=”on” center=”on” center_margin=”200″/]
Condividi

Un commento

  1. Pingback: Questa storia di Whatsapp: clamore ingiustificato - Vivere Social

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.