Leggere per comunicare

Leggere per comunicare

Ci sono dei momenti in cui diventa difficile esprimere a parole i propri pensieri e le proprie emozioni. Ci sono momenti in cui le parole non escono e ci si blocca perché le difficoltà giornaliere ci distraggono. In questi casi la lettura non è un rifugio ma una vera e propria terapia naturale alla mancanza di lucidità.

Chi comunica per mestiere, come me, lo sa bene: il blocco della creatività è una delle preoccupazioni maggiori. Ci si ritrova davanti ad un foglio di word, ad una presentazione powerpoint o ad una telecamera e il concetto non prende forma. L’ispirazione sull’argomento non arriva. E’ come per un medico non riuscire a trovare la diagnosi per un paziente.

Questo non è un problema comune solo a chi lavora nel marketing ma anche a chi giornalmente è a contatto con un pubblico più o meno vasto. Non è una questione di mancanza di competenze, bensì di ordine e stimoli.

Sappiamo che ci sono moltissime problematiche che necessitano di una trattazione. Chi ci ascolta o legge ha bisogno di risposte organiche ed ordinate ma noi stessi facciamo spesso fatica a sciogliere i nodi dell’argomento che vogliamo illustrare.

Come trovare le parole per comunicare?

La soluzione sta nello stesso bisogno che vogliamo soddisfare: la lettura e l’approfondimento di tematiche che ci attraggono.

Ci dobbiamo fermare, chiudere tutto ed aprire un libro, una rivista o un sito di notizie. Dedicarci alla lettura apre cassetti della mente con chiavi a portata di mano ma apparentemente nascoste. Il principio è fisico: nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma.

Quando stai male, quando ti senti sopraffatto, quando sei certo che non ce la farai, apri un libro e leggilo tutto. E se ancora non stai meglio prendine un altro e ricomincia – Stephen King

I concetti di cui abbiamo bisogno non sono mai nuovi, ma devono essere continuamente rielaborati per venire incontro ad esigenze specifiche. Esigenze che possono e devono appartenere a noi ma anche a chi ci ascolta. I contenuti che esponiamo servono per fissare le nostre idee e dobbiamo esser consci che questa necessità può appartenere anche ad altri che cercano le medesime informazioni.

Insomma, comunichiamo per avere conferme e per essere di supporto a chi cerca le medesime notizie che vogliamo aggregare e rielaborare. Se non ci riusciamo dobbiamo fare ordine, leggendo chi ha già affrontato argomenti affini. Dobbiamo soffermarci sui casi pratici che metaforicamente esemplificano i concetti, dobbiamo rielaborarli e porli sotto una luce differente, quella a noi propria.

Fermarsi ad osservare, sforzarsi di comprendere un testo e traslarlo nella nostra realtà giornaliera ci permette di trovare analogie e dinamiche che probabilmente non sono solo nostre ma di tanti altri che, come noi, cercano uno schema per risolvere problemi materiali e motivazionali dello stesso tipo.

Quanto ho qui sopra detto può risultare banale dopo averlo letto, ma magari non era poi così scontato inizialmente. Perché? Perché si tratta di un flusso logico che necessita di uno schema, una forma mentis, cui probabilmente non siamo abituati.

I ritmi veloci cui siamo sottoposti ci fanno campionare la realtà, facendoci perdere informazioni preziose. Rompere la prassi consolidata della routine, sforzandosi di fissare idee note ma non ancora incasellate, attraverso la lettura di argomenti che apparentemente già padroneggiamo, ci aiuta enormemente nel trovare nuovi stimoli e nuovi punti di vista.

Leggere è un piacere ma è al contempo cibo ed allenamento per la propria evoluzione.

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