Se non hai tempo, in realtà non ti interessa

Se non hai tempo, in realtà non ti interessa

Un vecchio adagio recita che la vita è fatta di priorità. Più o meno consciamente, lo applichi tutti i giorni quando fai o non fai qualcosa.

“Non ho tempo!”

Quante volte l’hai detto pensando di fare qualcosa di nuovo o a riprendere attività e progetti accantonati? E’ la scusa più vecchia del mondo. L’alibi migliore per tirare un sospiro e continuare con la solita routine.

Ti dico subito che questo non è un articolo motivazionale ma sono poche righe che ti devono fare incazzare. Sì, io mi incazzerei nel leggerle perché il concetto conseguente che mi balzerebbe in testa è “Si, vabbè, facile parlare ma tu non sai che vita faccio”. La verità è che se pensi questo, hai ragione.

Qualsiasi cosa tu faccia o non faccia hai ragione.

Basta esserne consci e viverla serenamente. Vuoi veramente andare in palestra, fare un corso di cucina, leggere di più, cambiare settore di lavoro? Il tempo lo trovi. Punto. Altrimenti hai un problema, potenzialmente anche grosso: non stai dando delle priorità alle tue azioni.

“Si, ma io ho tre figli e una moglie (o un marito) e dopo il lavoro le mie attenzioni sono tutte per loro”. Certo, hai ragione. Ma con loro ci parli, li ascolti, interagisci? Perché se non lo fai davvero non porti avanti le tue ragioni e non trovi il modo di spiegare i tuoi progetti e le tue necessità.

Ti faccio un esempio diretto. A 38 anni mi sono ritrovato a stravolgere la mia vita lavorativa lasciando un’attività manageriale a tempo indeterminato e ben retribuita per cominciare una nuova vita professionale e relazionale. Ho fatto un salto nel vuoto perché semplicemente ne avevo le palle piene, non perché lo stessi meditando da un po’ (cosa peraltro vera).

Sai perché l’ho fatto? Perché amo vivere e non sopravvivere.

Sai perché ci ho messo un po’ a decidere? Perché fondamentalmente mi andava bene la situazione in cui ero. La classica zona di comfort che si trasforma in una prigione.

La poltrona, a forza di starci seduti, si sforma e non è più comoda.

Vincere la pigrizia mentale per fare qualsiasi cosa

Quello che ti voglio dire è che per fare questo cambiamento ho dovuto raggiungere un livello di consapevolezza che prima di allora non era sufficiente. Mi sarei dovuto muovere prima? Ti dico che non è così, perché prima non erano maturi i tempi.

Ciò che avrei dovuto fare prima era una strategia di cambiamento, un’analisi accurata di pro e contro. Queste sono tutte cose che ho fatto mentre maturavo la decisione, condensando così i tempi ed aumentando le possibilità di errore. Le cose mi sono andate bene, non mi lamento di certo. Ma ho rischiato molto di più di quanto avrei potuto.

Le motivazioni fanno agire quando vincono la pigrizia mentale. Ma la pigrizia mentale è figlia di quella poltrona cui ti accennavo qui sopra. Quindi si tratta di allenarsi a seguire gli istinti, bilanciandoli con la ragione. Come si fa?

Io conosco solo una strada e indirettamente l’ho esposta prima. Ovvero confrontandoti con chi ti può consigliare, con chi ti può dare un parere esterno avulso da preconcetti o interessi riguardo alla tue necessità. Difficilmente potrai ragionare serenamente sull’idea di cambiare lavoro con i genitori o con il tuo o la tua partner; magari puoi farlo con tuo fratello o con un amico. Probabilmente non puoi chiedere consigli sull’opportunità di seguire un corso di formazione ad un collega che ricopre un ruolo analogo al tuo; ma puoi fare domande mirate su gruppi di Facebook o Linkedin.

Insomma per fare qualsiasi cosa, piccola o grande che sia, lo scoglio è vincere la pigrizia mentale perché il tempo lo si trova di conseguenza. Il resto sono comodissime scuse che ci fanno vivere meglio nella nostra consapevole ignoranza.

Tu quando decidi di muovere il culo ed agire? Dai, comincia col rincoglionirti di meno davanti alla TV e dando tregua a quel povero divano.

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