Chi ha un sito internet o un blog ha necessità di farsi trovare attraverso la ormai ben nota attività di SEO (search engine optimization). Che tu sia un professionista della rete o un utilizzatore, non si scappa. Pertanto, o assumi un professionista in gamba e referenziato o studi per portare a casa il risultato. In entrambi i casi ci sono alcune nozioni di SEO di base che devi conoscere per guidare il lavoro e per non cadere in banali errori. Oggi parliamo di broken link e delle loro potenzialità.
Mi è stato ultimamente chiesto da più parti: “se volessi incaricare un professionista per ottimizzare il posizionamento del mio sito web, a cosa dovrei stare attento per non essere infinocchiato?”. La risposta logica è “fai un corso di base sulla SEO”. Ma sarebbe sbrigativo e poco professionale anche per chi, come me, non si occupa principalmente di SEO.
Grazie a quanto appreso da Marco Ronco attraverso i suoi preziosi consigli, con questo post voglio dare risalto ad una strategia SEO tanto importante quanto sottovalutata, partendo dal presupposto che sia chiara la nicchia di mercato cui rivolgersi e che i contenuti offerti siano di effettiva qualità, ovvero diano valore all’interlocutore.
Partiamo da una premessa. La SEO non è morta come molti ti vogliono fare credere. Anche chi si occupa prevalentemente di contenuti e della loro diffusione deve avere delle nozioni di base di SEO.
Il percorso da seguire è tanto chiaro quanto articolato da realizzare. Sintetizzando, abbiamo 5 fasi:
1) Analisi di mercato: keyword e utenza (pubblico).
2) SEO on-site: ottimizzazione del tuo sito per i motori di ricerca (struttura delle pagine).
3) Contenuti: creazione di reale valore in modo coinvolgente.
4) Promozione: link Building, link baiting (o link earning), Social.
5) Monetizzazione: ottimizzazione dei canali di vendita prodotti, servizi, pubblicità o contatto di nuovi clienti.
Quindi, in un’attività di personal branding o corporate branding per conto terzi, una strategia mirata e programmata per “farsi trovare” sul web è fondamentale.
Diamo per scontato che siano state fatte correttamente le attività di analisi di mercato, di definizione del pubblico e quindi delle parole chiave. Ipotizziamo che ci sia stata cura nello strutturare le pagine del sito web con contenuti interessanti per il lettore di riferimento (per le strategie di base sui contenuti rimando ad un articolo dell’ottimo Riccardo Esposito) e che la parte monetizzazione non sia una priorità adesso.
Concentriamoci su quella che forse è ancora oggi la parte più importante in un processo di posizionamento di un sito web: il link building. Questo è un processo noioso e anche border line, poiché sarebbe meglio sempre attirare link da altri siti al proprio attraverso l’interesse per i contenuti. Fatto sta che, almeno all’inizio, è fondamentale. Se realizzato con criterio e in modo etico, è il sistema più veloce per farci crescere nelle ricerche organiche su Google.
In particolare la strategia di utilizzo dei broken link può essere un modo veloce per ottenere backlink di qualità. Di cosa si tratta?
Sono dei link presenti su una pagina web e che non funzionano. Non funzionano perché quei link cui la pagina punta o non esistono più o sono stati scritti erroneamente. Non è una cosa così infrequente, e anche domini con un’ottima autorità o reputazione possono averne al proprio interno (per valutare velocemente l’autorità di una pagina o un dominio uno strumento molto efficace ed immediato è la MOZ bar, un’estensione di Chrome facilmente installabile).
Attraverso delle semplici ricerche su Google è relativamente facile trovare dei broken link su pagine che siano attinenti al tema del tuo sito internet, segnalarli al Webmaster di quel sito, e chiedere magari di potere ottenere un backlink al tuo vista l’attinenza degli argomenti trattati. Ma vediamo nel dettaglio il tutto, aiutandoci con la seguente infografica preparata proprio per spiegare i passaggi di ricerca ed utilizzo dei broken link.

La mail tipo che utilizzerai per contattare il webmaster deve essere di questo tipo:
“Ciao <<NOME>>, tieni ancora aggiornato il sito DOMINIO.it? Ho trovato alcuni link che non funzionano e te li vorrei elencare di seguito:
…
…
Se lo sapevi già, scusa il disturbo. Altrimenti se ti sono stato d’aiuto, magari fammi sapere.
Ciao e a presto,
<<TUO NOME>>”
Se il webmaster è attento al suo lavoro, probabilmente riceverai una risposta. A questo punto, potrai chiedere di inserire il tuo link anche in sostituzione di quelli non funzionanti. Un format, per darti un’idea potrebbe essere:
“Ciao <<NOME>>, grazie per la risposta.
Visto che anche io ho mi occupo degli stessi argomenti inseriti nella tua lista di risorse, mi farebbe piacere avere un link anche al mio sito. Mi sono permesso di allegarti il banner/link: se vuoi inseriscilo in quella pagina. Il mio sito è http://www.TUODOMINIO.it (o .com).
Mi fai sapere?
Ciao e alla prossima,
<<TUO NOME>>”
In tal modo, fatta una ricerca di possibili liste di risorse e siti con una certa domain authority (tramite MOZ), potrai ottenere backlink di qualità e attinenti al tuo settore in modo relativamente semplice e sicuramente etico. Prenditi, però il tuo tempo per fare al meglio gli step 1 e 2 dell’infografica qui sopra, mi raccomando!
Ultima cosa: potrebbe avvenire anche il problema contrario. Hai un blog o un sito con tante pagine ed articoli ed è dispendioso, anzi quasi impossibile, stare dietro all’aggiornamento delle risorse e dei link esterni ed interni che hai inserito nei tuoi contenuti. Screaming Frog ti viene in aiuto anche in questo caso. Oppure puoi utilizzare lo strumento Audit di Semrush. Se il sito è in WordPress, un utilissimo plugin di controllo e verifica è Broken Link Checker, che può essere installato e attivato saltuariamente visto che porta via parecchie risorse e potrebbe rallentare il caricamento del tuo sito internet.
Mantenere in buono stato di salute il tuo sito, con collegamenti attivi e coerenti con i tuoi contenuti è fondamentale per non subire penalizzazioni.
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