Osservo, analizzo ed elaboro. Ascolto i rumors, verifico le fonti e mi faccio un’idea, che puó essere giusta o sbagliata. Da ciò una riflessione, che non è un’affermazione.
L’evoluzione o l’involuzione di un sistema passano sempre attraverso le mani di chi meglio riesce a sfruttarne le potenzialità, guidando la massa. L’etica è un confine labile, perché funzionale ad un tornaconto personale. È inevitabile e logico.
Ho però l’impressione che questa cosa dell’interazione sui social come merce di scambio stia subendo una deriva pericolosamente egocentrica e fine a sé stessa. Lo noto sempre di più tra molti operatori di settore che, nonostante le dichiarazioni di facciata su contenuti e benefici per l’utente, si dissetano coi like e con le venerazioni delle schiere di seguaci (speranzosi di un ritorno di immagine).
Se ciò che posti è realmente interessante e ti sei costruito una cerchia a forza di argomenti validi e di predisposizione al confronto, i tuoi post verranno condivisi e criticati, così come tu farai spontaneamente con gli altri…qui sta il bello e la crescita.
Esporsi e mettersi in gioco
Ci vuole tempo, non esistono scorciatoie. Se invece preferisci alimentare l’ego di altri che, più o meno velatamente, ti dicono cosa fare in cambio di una pacca sulla spalla, accomodati… Ma stai davvero facendo quello che vorresti, o ingoi merda sperando si trasformi in Nutella?
Sporcarsi un po’ le mani per emergere è inevitabile, il confine lo devi stabilire tu. Aggiungi sempre il tuo “tocco” e critica se non sei d’accordo.
Sui social devi cercare il confronto non il consenso
Non bisogna avere paura di sbagliare o di chi apparentemente ne sa di più. Rischi di dire o di fare una cazzata? Bene, prima di esporti documentati il più possibile. E se arrivano comunque delle critiche sensate, avrai imparato qualcosa e sarai in grado di gestire situazioni analoghe in futuro.
Io la vedo così. E tu?
Se pensi che questo articolo possa essere utile, condividilo…non mi offendo! 😉